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La device Fingerprint

per il tracciamento Cross-Device e Mobile InApp.

La definizione formale (tratta da Wikipedia.org): La device fingerprint (letteralmente "impronta digitale del dispositivo") o machine fingerprint o browser fingerprint in informatica è l'informazione raccolta su di un dispositivo di elaborazione remoto a scopo di identificazione.

La device fingerprint permette di identificare in tutto o in parte i singoli utenti o dispositivi anche quando i cookie sono disattivati.

 

Figura 4200.01 – Device Fingerprinting – come funziona.

 

Più in dettaglio, mediante il device fingerprint l’utente può essere monitorato attraverso la tracciatura e raccolta di dati tecnici e proprietà del suo dispositivo desktop e soprattutto mobile connesso a Internet (può spaziare dalla dimensione dello schermo, alle versioni di software e plug-in installati, alla lista dei caratteri installati dall’utente - misurando l’altezza e la larghezza di stringhe stampate segretamente sulla pagina – alle configurazioni TCP/IP, alle informazioni tratte dall’orologio del dispositivo, al sistema operativo utilizzato, alle impostazioni delle connessioni wireless, fino all’indirizzo IP originale dell’utente).

Le diverse modalità. Esistono due diverse modalità di operatività di tale tecnica: il passive fingerprinting e l’active fingerprinting, che si basa sul fatto che l’utente si aspetta e tollera un certo grado di tracciamento, che avviene mediante installazione direttamente sul dispositivo e da remoto di codice eseguibile che può accedere ad attributi come il MAC address (cioè lo speciale identificativo univoco che ciascun produttore hardware assegna ad ogni scheda di rete, sia ethernet che wireless, immessa sul mercato) o altri numeri seriali univoci dell’hardware del dispositivo.

 

Il fingerprinting al posto dei Cookie per il Retargeting

(Tratto dal sito Repubblica.it) Addio cookie. Ieri e oggi, per capire cosa piace acquistare e consultare online c’erano e ci sono i cookie. Anche detti web cookie o tracking cookie, sono comandi automatici che tengono traccia delle sessioni web, memorizzano informazioni precise come le preferenze o ciò che è stato inserito nei "carrelli della spesa". Funzionano come una partita di tennis tra browser e server: ogni volta che si accede a una certa sezione di un sito internet, o ci si porta in un’altra sessione di navigazione, inizia il dialogo tra i sistemi.

Per ottimizzare la navigazione ma anche dragare statistiche, numeri, dati e informazioni. Il problema attuale è che una porzione sempre più abbondante di traffico web passa ormai dai dispositivi mobili, dove il via libera ai cookie è disattivato di default (bisogna accettarli sui vari device, spesso con procedure non proprio lineari).

Il fingerprint (l'impronta digitale del computer) rappresenta un componente aggiuntive del browser e plugin come Flash e Java, sistema operativo, dimensioni dello schermo, software installati, zona geografica e oraria, font e alfabeto utilizzato e altre caratteristiche: tutti questi elementi vengono messi insieme dai siti internet e mobile app visitate – e da alcune tecnologie alle loro spalle – basate sui dati che vengono raccolti.

L’insieme delle informazioni vanno a confezionare più robuste e raffinate tecnologie di tracking in grado di funzionare come vere e proprie impronte digitali nel computer e mobile. Irripetibili, o almeno difficilmente confondibili, se ne infischiano dei cookie e consentono a chi gestisce le campagne di advertising online, di indirizzare annunci precisi di Retargeting. Un po’ come disegnare il ritratto di una persona mettendo insieme i pezzi: baffi, capelli castani, occhi verdi, altezza 173 centimetri e così via. Elementi che da soli valgono poco ma che insieme costruiscono un’immagine precisa.